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Area archeologica di Velia-Elea

tempio di Velia-Elea

Un’antica cittadella in altezza, una acropoli immersa nello splendore della macchia mediterranea più rigogliosa e selvaggia, cosparsa di stratificazioni che intrecciano più storie e passati rilevanti.

L'area archeologica di Elea-Velia a Manina di Ascea riporta indietro le sue origini al 540 a.C., suoi fondatori furono gli esuli Focei giunti dall'Asia minore.

Gli scavi - seppur turisticamente meno popolari di siti come Pompei o Paestum - racchiudono una costellazione di testimonianze che non si fermano ai periodi ellenici e romani ma giungono sino al Medioevo. E spesso lasciano nei visitatori uno stupore durevole, proprio per le inaspettate meraviglie dall'indiscusso valore.

Passeggiare tra le sue rovine è una esperienza prima di tutto visiva: lo sguardo si riempie di panorami vasti, gli occhi si posano sul mare in lontananza, dal pietroso promontorio si ha la sensazione di sovrastare il paesaggio, la vegetazione è così viva che l'olfatto ne esce definitivamente sedotto.

Tipico gioiello campano, Elea-Velia vanta più prestigi. Fu culla di scuola medica e filosofica, tra i promotori più celebri vi furono i filosofi Zenone e Parmenide. Memorie tenute in vita attraverso diverse iniziative, come il Festival della Filosofia in Magna Grecia, incline a suscitare riflessioni, laboratori e momenti di incontro tra i giovani studenti.

E Velia Teatro che durante l'estate, di solito durante la prima metà di agosto, ripropone al pubblico allestimenti e opere dal repertorio teatrale classico con introduzioni di scrittori, specialisti e docenti, per esplorare l'espressione tragica e comica del teatro antico.

L’itinerario di visita inizia dalla città bassa lungo la cinta muraria, pannelli esplicativi aiutano a comprendere i dettagli e ad immaginare i numerosi cambiamenti subiti nel tempo alla morfologia della costa.

Il cammino incede da Porta Marina Sud attraverso via di Porta Marina, ci si imbatte in suggestioni, la necropoli, le terme, l'agora-santuario su più livelli, resti di edifici pubblici e commerciali e di nuclei abitativi.

Fino alle tracce del teatro di età ellenistica ricostruito in fase romana e del tempio ionico sull'acropoli che culmina sulla vetta del colle con la Torre Angioina e due piccole chiese, la chiesa di Santa Maria e la cappella Palatina, costruzioni medievali erette a danno delle precedenti strutture greche, all’epoca distrutte.

È qui che la veduta guadagna il suo vertice d’incanto. Una menzione a parte - sorpresa attraverso il tragitto - la merita la magnifica Porta Rosa, più che una porta un divisorio, simbolo del sito archeologico e punto di transito tra il quartiere meridionale e quello settentrionale della città della Magna Grecia ed esemplare testimonianza di ricorso all’arco dell’epoca.

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La Residenza si trova a Caprioli, nel cuore del Parco nazionale del Cilento, immersa tra ulivi secolari, a soli quattro minuti di auto dal mare. È il luogo ideale per chi desidera rilassarsi nella natura e a pochi passi dal mare.

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