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Uliveti, torri medievali e grotte misteriose

parco nazionale del Cilento

Uliveti e vigne, torri medioevali e spiagge, tra le più apprezzate del Bel Paese. Ma soprattutto grotte, affascinanti e misteriose. Molte delle quali raggiungibili solo via mare.

Iscritte, insieme alle falesie, "quali componenti qualificanti il paesaggio culturale del parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, nella lista del patrimonio mondiale dell'Unesco per l'eccezionale testimonianza offerta dalla presenza dell'uomo nel sito dalla preistoria più antica all'età moderna".

C'è una bellezza atavica a dominare l'area marina protetta della Costa degli Infreschi e della Masseta, che abbraccia il golfo di Policastro, estendendosi dalla Torre dello Zancale, a Marina di Camerota, a Scario: qui, in questo lembo di Cilento dove mare cristallino e macchia mediterranea giocano a rincorrersi regalando scorci memorabili, c'è traccia di vita da 500 mila anni.

Ed è anche per questo che, con le sue tecnologie virtuali e la sorprendente sala immersiva, il Museo Virtuale Paleolitico (MUVIP) può essere una tappa intrigante nel viaggio immaginifico attraverso la storia di quest'area.

Dalla teoria alla pratica: a piedi, passeggiando dal centro di Camerota verso la spiaggia di Lentiscelle, si arrivano alla grotta della Cala (che ha negli ultimi restituito reperti del Paleolitico, tra cui manufatti in pietra, conchiglie marine e denti di animali forati alla radice) e alle grotte del Poggio e della Serratura.

Via mare, ecco la grotta del Noglio e la grotta dell'Alabastro, accessibile solo attraverso uno straordinario percorso subacqueo: ne vale la pena, nelle sale interne compaiono straordinarie formazioni di alabastro (da cui il nome), stalattiti e stalagmiti. Non meno sorprendente la Grotta del Molare (o della Molara), da cui provengono ritrovamenti di ossa dell'uomo di Neanderthal, oggi custoditi al Museo di Scario: qualcuno parla addirittura di Homo Camerotensis.

E per chi ama miti e leggende, la Grotta degli Innamorati racconta la storia di una coppia di sposini che - in pieno Medioevo - vi trascorse la luna di miele, dopo un matrimonio ampiamente contrastato dalle rispettive famiglie.

La bellezza, a queste latitudini, ispira il mito. Per apprezzarla ci si può affidare alle molteplicità realtà associative che propongono tour in barca.

Da non perdere la "lamparata", sessione di pesca notturna con cena a bordo. Si parte dal porto di Camerota, al momento giusto dal gozzo si illumina il lampione, la cui luce risulterà fatale al pescato azzurro. La "cenciola" finisce in mare proprio davanti ai vostri occhi, dal bottino - una volta issato - dipenderà la succulenta cena.

I tour in barca sono anche il modo più consigliato per apprezzare un mare che è tra i più puliti d'Italia, toccando calette e arenili di rara suggestione: Sciabica, la spiaggia dei Gabbiani, le cosiddette spiagge gemelle, il Vallone di Marcellino (che molti chiamano spiaggia dei francesi), punta Iscolelli.

E la spiaggia della Calanca, cui si arriva percorrendo - dal centro di Marina di Camerota - una scalinata a gradoni.

Impossibile poi non innamorarsi di Cala Bianca, che deve il nome al candido colore dei ciottoli che formano l'arenile, insieme alla sabbia finissima: mare turchese e sfondo di macchia mediterranea, a rendere il tutto ancor più intrigante è la fonte d'acqua dolce ghiacciata di Santa Caterina, che confluisce direttamente nel mare do minato dalla Torre di Cala Bianca.

Una cartolina, insomma. Ma non v'è dubbio che l'appeal principale sia quello esercitato da Porto Infreschi, la cui spiaggia - raggiungibile a piedi da un sentiero che parte da Marina di Camerota- è spesso menzionata come la più bella d'Italia.

Incantevole il contesto, un trionfo della natura sottolineato dalla folta colonia di Primula palinuri che fiorisce sullo sperone roccioso, confine naturale di un porticciolo che lascia senza fiato, i cui fondali pullulano di posidonia oceanica.

A proposito: per chi è appassionato di immersioni, tra i 30 e i 40 metri di profondità non è difficile imbattersi, lungo le falesie che digradano, nel corallo rosso. Non solo immersioni però: anche a prima vista la Grotta degli Infreschi racconta le suggestioni di un tempo, di quando i pescatori vi conservavano il tonno dopo la mattanza, sfruttando le basse temperature dell'acqua, raffreddata dalla risorgiva del monte Bulgheria (da cui il nome Infreschi).

È possibile poi raggiungere Baia Infreschi via terra, attraverso il tracciato del Sentiero Europeo del Mediterraneo E12: l'area può vantare ana natura talmente incontaminata da essere una delle meno urbanizzate dell'intero continente europeo. Tra le escursioni in particolari si organizza "Infreschi di mare e di terra": dal centro di Marina di Camerota, si raggiunge la Spiaggia di Porto Infreschi piedi, attraversando l'intera Area Marina Protetta, con soste alla Spiaggia del Pozzallo e a Cala Bianca; il ritorno al porto di Marina di Camerota avviene in barca.

Da non perdere anche la cappella di San Lazzaro, che la seconda domenica d'agosto ospita una partecipatissima messa di venerazione accompagnata da una processione via mare: una lunga teoria di gozzetti scorta la barca con il santo, in un'atmosfera carica di pathos.

Quanto alla costa frastagliata e primitiva la storia parla di due storici naufragi che contribuiscono ad alimentare il mito di questo straordinario pezzo di Cilento: durante la prima guerra punica, centocinquanta navi comandate dai consoli Servilio Cepo e Sempronio Bleso finirono contro le rocce, sospinte dai venti di tempesta.

E non meglio dovette andare a una flotta comandata da Ottaviano, disorientata da una potente libecciata. Come a dire: il paradiso, a volte, sa trasformarsi da inferno.

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La Residenza si trova a Caprioli, nel cuore del Parco nazionale del Cilento, immersa tra ulivi secolari, a soli quattro minuti di auto dal mare. È il luogo ideale per chi desidera rilassarsi nella natura e a pochi passi dal mare.

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